In questo studio, è stata eseguita una revisione sistematica della letteratura in materia di Cheratocongiuntivite primaverile "Vernal", per fornire una panoramica completa dei metodi diagnostici e della gestione attualmente disponibili della VKC.
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L’allergia oculare interessa oltre il 20% della popolazione: accanto alle più comuni congiuntiviti
allergiche IgE-mediate, stagionali (SAC) e perenni (PAC), ovvero intermittenti e persistenti,
vi sono patologie più complesse per eziologia, evoluzione e gravità, come la cheratocongiuntivite
primaverile (Vernal KeratoConjunctivitis, VKC), la cheratocongiuntivite atopica (Atopic
KeratoConjunctivitis, AKC) e la congiuntivite gigantopapillare (GPC).
La VKC, all’interno delle malattie allergiche oculari, rappresenta con l’AKC, una malattia potenzialmente
grave e complessa nella sua gestione, che coinvolge anche il pediatra, oltre all’oculista
e all’allergologo, vista la sua prevalenza in età pediatrica.
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Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare se il controllo dei sintomi oculari con ciclosporina o con tacrolimus in collirio consenta di migliorare l’esposizione solare e quindi il livello sierico di vitamina D (VD; 25OHD), nelle forme più gravi di cheratocongiuntivite primaverile (VKC ). Dei 242 bambini seguiti per VKC attiva, 94 sono stati trattati con collirio di ciclosporina all'1% o tacrolimus allo 0,1%, mentre gli altri 148 con VKC lieve non hanno avuto bisogno di essere trattati con immunomodulatori.
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La cheratocongiuntivite primaverile (VKC) è una malattia infiammatoria della superficie oculare. Si verifica comunemente nella prima decade di vita, ha un'ampia distribuzione geografica e di solito si verifica in aree calde e secche. La patogenesi della VKC sembra avere una base immunitaria, nervosa ed endocrina.
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